L’Intelligenza Artificiale Generativa e la Nuova Era della Creatività

a cura di Tlon

L’interrogativo che oggi si pone davanti a chi si occupa di arte, creatività e cultura riguarda il modo in cui interagire con l’Intelligenza Artificiale Generativa (IAG). Come possiamo usarla? Esiste un modo etico per farlo? È davvero possibile una cooperazione? L’Intelligenza Artificiale Generativa (IAG) rappresenta uno strumento attraverso cui possiamo esplorare le profondità della nostra immaginazione, oppure è solo una strategia per aumentare la produttività a scapito dell’autenticità?

In ogni caso, il solo fatto che esista la possibilità di attingere all’IAG e alla enorme quantità di dati che le sono stati forniti cambia la prospettiva di chi oggi si occupa di creazione artistica e di cultura più in generale. Come scrive la storica dell’arte Valentina Tanni in Arte e intelligenza artificiale, infatti: «Al di là delle scelte individuali, l’influenza delle innovazioni tecnologiche è di carattere sistemico: la sola esistenza di determinati strumenti cambia la percezione del mondo, estende il senso della possibilità, influisce sulle strutture sociali ed economiche, modifica il senso estetico e il senso comune. Tutti questi cambiamenti, nel loro complesso, si rifletteranno senza dubbio nell’arte delle generazioni a venire, secondo modalità che sono ancora difficili da prevedere».

Può esistere una co-creazione?

La magia dell’IA generativa risiede nella sua capacità di combinare dati diversi e algoritmi avanzati al fine di creare qualcosa di completamente nuovo. Per questa ragione, esistono diverse teorie sul miglior uso dei prompt, cioè dei comandi che possono essere inseriti (in un modello come chatGPT, DALL-E o Suno) per continuare ad agire in modo creativo, ma usando i sistemi di IAG per realizzare qualcosa che, senza di essi, non sarebbe possibile (magari per assenza o scarsità di competenze testuali, grafiche, musicali).

L’integrazione di strumenti di IA generativa nell’educazione artistica

James Hutson e i suoi collaboratori hanno sviluppato una serie di strumenti di Intelligenza Artificiale generativa utilizzati principalmente nell’educazione artistica e nella creazione digitale. In uno studio pubblicato da Springer, questi strumenti possono migliorare la creatività degli studenti in discipline come il design 3D e l’arte digitale. Questo approccio non solo potenzia le capacità tecniche degli studenti, ma stimola anche nuove forme di espressione artistica. Nello studio, viene presentata una raccolta di casi di studio pratici che mostrano l’integrazione dell’IA generativa in diverse discipline artistiche e di design, fornendo un’esplorazione completa del potenziale di trasformazione del processo creativo. Le applicazioni possibili riguardano graphic design, product design, architettura, a partire dal regno del design 3D, svelando come le tecnologie guidate dall’IA stiano rivoluzionando il processo di scultura e plasmando il futuro dell’arte tridimensionale, ma anche delle tecniche di disegno tradizionali. Secondo Hutson, infatti, l’IA sfuma i confini tra tradizione e innovazione, consentendo agli artisti di esplorare nuovi regni della creatività.

Co-creazione umano-IA: l’impatto del text-to-image

Il gruppo di ricerca formato da Tommaso Turchi, Silvio Carta, Luciano Ambrosini e Alessio Malizia si è concentrato sull’analisi dei modelli generativi testo-immagine su larga scala (LTGM), cioè degli algoritmi di intelligenza artificiale in grado di generare immagini a partire dai prompt di testo (DALL-E, MidJourney, StableDiffusion). Tali modelli, infatti, promettono a utenti non tecnici di raggiungere dei risultati inimmaginabili, e in generale si propongono di supportare il lavoro creativo in molteplici ambiti. Il gruppo di ricerca si è proposto quindi di indagare sugli effetti sulla creatività a partire dall’interazione con gli strumenti basati su LTGM, analizzando il feedback fornito da gruppi di studenti di design.

Anche il gruppo di ricerca guidato da Zhuohao Wu ha cercato di analizzare la possibilità di co-creare con le IAG a partire da 1600 casi di applicazione in più di 45 settori, analizzando le relative pubblicazioni accademiche. La conclusione del gruppo di ricerca è che concentrarsi sulla collaborazione con l’IA ci porterà molti più benefici che soffermarsi sulla competizione con l’IA. Ciò su cui concentrarsi davvero è la “creatività dell’IA” (AI creativity): la capacità dell’umano e dell’IA di vivere e creare insieme, sfruttando i punti di forza dell’altro per ottenere di più. L’IA potrebbe rappresentare un complemento dell’intelligenza umana e consolidare la conoscenza acquisita dall’umanità fino a oggi. In questo senso, l’IAG potrebbe rendere la creatività più accessibile e più inclusiva che mai. Lo studio dei casi applicativi dimostra che la creatività dell’IA ha avuto un impatto significativo in vari campi, portando nuove possibilità alla società umana e agli individui, nonché nuove opportunità e sfide nella tecnologia, nella società e nell’istruzione. 

Se vuoi approfondire, ecco alcuni studi interessanti:

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